10 anni fa la prima missione USV con il velivolo Castore | <img alt="" src="http://webtest.cira.it/PublishingImages/preparazione_al_lancio.jpg" style="BORDER:0px solid;" /> | https://www.cira.it/it/comunicazione/news/10-anni-da-missione-usv/10 anni fa la prima missione USV con il velivolo Castore | 10 anni fa la prima missione USV con il velivolo Castore | <p style="text-align:justify;">10 anni fa, il 24 febbraio 2007, presso l'aeroporto di Arbatax-Tortolì in Sardegna, si svolgeva la prima missione di "Castore", il primo dei due velivoli spaziali senza pilota realizzati nell'ambito del programma USV del CIRA.</p><p style="text-align:justify;">Un evento che ha segnato un traguardo importante per il nostro Centro, che nel 2002 aveva avviato questo ambizioso programma con l'obiettivo di sviluppare tecnologie del rientro atmosferico da orbite basse (LEO), attraverso una famiglia di dimostratori volanti progettati per provare in volo configurazioni e modalità di rientro utili allo sviluppo dei futuri sistemi riutilizzabili di trasporto spaziale.</p><p style="text-align:justify;">Questa prima missione, in particolare, si proponeva di sperimentare in volo la fase terminale del rientro da una missione spaziale, caratterizzata da regimi di moto basso supersonico e transonico, con una configurazione innovativa che assicurasse prestazioni aerodinamiche e capacità di manovra superiori rispetto al sistema di riferimento dell'epoca, lo Space Shuttle.</p><p style="text-align:justify;">Alle 8,30 del mattino, dunque, dopo una lunga e complessa fase di preparazione, un pallone stratosferico da 334.000 metri cubi, riempito di elio, si sollevava dalla pista dell'aeroporto per portare Castore alla quota di 20 Km, in uno spazio aereo sul Mar Tirreno messo a disposizione dalle autorità, e dare così inizio al primo esperimento di volo, sotto la diretta supervisione del Poligono Interforze di Salto di Quirra.</p><p style="text-align:justify;">Dopo circa 40 secondi di volo controllato in cui il velivolo, dopo avere raggiunto la velocità massima prevista corrispondente a Mach 1.08, eseguiva una manovra automatica di
nose up, la missione si concludeva con l'apertura del paracadute per la fase di ammaraggio nel Tirreno. Il malfunzionamento del paracadute al dispiegamento era però causa di un ammaraggio non nominale, con la conseguente rottura del velivolo all'impatto in acqua. La missione si chiudeva alle 10,30 con il recupero a mare di tutti i sistemi (velivolo, paracadute, gondola di navigazione ascensionale).</p><p style="text-align:justify;">La missione si poteva considerare pienamente riuscita; i 500 sensori con cui era stato equipaggiato avevano reso possibile, infatti, l'acquisizione di un'enorme mole di dati scientifici aerodinamici e strutturali e di testare l'affidabilità delle tecnologie e delle leggi di controllo utilizzate per la navigazione con guida automatica ed in parte autonoma.</p><p style="text-align:justify;">L'analisi dei dati e le
lessons learned hanno aperto la strada ad un esperimento più complesso, sia in termini di velocità che di manovre effettuate, eseguito poi nel 2010 dalla stessa base di lancio con il velivolo gemello Polluce.</p><p style="text-align:justify;">Il successo di questa prima missione è stato frutto di un lavoro di squadra che ha impegnato tantissime persone CIRA, sia delle aree di ricerca che degli enti di staff, numerose industrie nazionali (Techno System Dev., Vitrociset, Carlo Gavazzi Space, Space Software Italia, Alcatel Alenia Space Italy, ISL-Altran Group), per la realizzazione e l'integrazione dei componenti del dimostratore, ed enti e istituzioni nazionali (Agenzia Spaziale Italiana, ENAC, ENAV, Aeronautica Militare, Marina Militare, ESA), rappresentando un ottimo esempio di capacità di "fare sistema". </p><p style="text-align:justify;">Le competenze e i risultati acquisiti con le missioni eseguite nell'ambito del programma nazionale USV, hanno consentito al CIRA di svolgere un ruolo significativo nel programma dell'Agenzia Spaziale Europea di sviluppo e sperimentazione del velivolo spaziale IXV (Intermediate eXperimental Vehicle) e di partecipare in maniera rilevante al progetto, sempre finanziato da ESA, per lo sviluppo e la realizzazione del velivolo spaziale riutilizzabile Space Rider.</p><p style="text-align:justify;"> </p><div style="text-align:center;"> </div><div style="text-align:center;"><div class="ms-rtestate-read ms-rte-embedcode ms-rte-embedil ms-rtestate-notify" unselectable="on">
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| 2017-02-23T23:00:00Z |